Casa che accoglie. Don Bosco sarebbe fiero nel sapere come, arrivato ormai al 173esimo compleanno l’oratorio, esso continui ad essere portato avanti da tanti giovani pieni di grinta e sempre pronti e mettersi in gioco.
Così, il 6 dicembre, i vari gruppi che abitano la nostra Casa hanno proposto uno spettacolo in ricordo di quella prima preghiera, detta per una Donna, tutta pura e immacolata, senza la quale il nostro sacerdote di Valdocco non sarebbe riuscito a costruire qualcosa di tanto grande.
Il filo rosso che ha legato tutte le esibizioni è stato il tema dell’accoglienza.
Accoglienza significa Famiglia, che, come ci hanno insegnato i più piccoli, deve saper guardare, parlare, ascoltare e, soprattutto, amare.
Famiglia significa famiglia salesiana, che - ce lo hanno mostrato le elementari e il biennio - con mille attività e proposte differenti, apre, anzi, spalanca la porta a chiunque senta il bisogno di sostegno. Salesiani significano Servizio, perché così come c’è la necessità di essere aiutati, c’è anche la necessità di aiutare. E ce lo hanno ricordato i giovani Scout nel video “Impresa di Reparto”.
Servizio significa Missione, perché “se qualcuno arriva, non chiedergli chi sei” non siano solo le parole della canzone cantata da Lupetti e Coccinelle, ma ci facciano capire la bellezza di aggiungere “un posto a tavola”. Missione significa Africa, perché non possiamo dimenticare l’impegno di coloro che, con il Sermigo, assistono, non solo materialmente, chi è meno fortunato di noi.
Ed eccoci giunti alla tanto attesa buonanotte di don Flaviano e all’Ave Maria, recitata “con fervore e retta intenzione”, proprio come la pregarono don Bosco e Bartolomeo tanti anni fa.
Dalla spassosa mimica dei cooperatori, alle rime dialettali di Goffredo Giachini, passando per il duetto di Federica e Riccardo, e per i balletti delle ragazze del triennio, tutti hanno dato il loro contributo per una serata piacevole.
In due semplici ore, si è creato un’atmosfera di calore di accoglienza, anche per i cuori più “sparpagliati”, come ha intonato don Salvatore sulle note di Zucchero. “Io sono un'ombra e Tu sei il Sole” è un messaggio vitale per chi accoglie ad è accolto da una luce ancora più grande.

