
Non si può comprendere il vero senso della Famiglia Salesiana se non andando a trovare Don Bosco a casa sua con la propria famiglia.
Potrebbero bastare queste righe per spiegare cosa abbiamo provato e cosa abbiamo trovato nel Pellegrinaggio ai luoghi di Don Bosco a Torino in questo fine settimana.
Pur conoscendo la vita e le opere di Don Bosco e pur frequentando da anni la Casa di Macerata, non potete immaginare l'emozione nell'aver pregato nella Basilica di Maria Ausliatrice con i nostri figli, nell'aver camminato nelle stanze dove visse e nei cortili dove giocò con i giovani di Torino dell'epoca, nell'aver celebrato la S. Messa a Colle Don Bosco dove crebbe la sua vocazione con la presenza di Mamma Margherita.
Ci sono luoghi, spesso i più umili come le campagne di Castelnuovo e come il quartiere di Valdocco, che trasudano "vita vera", quella fatta di sacrifici, di solitudine e poi di festa e di santità.
In questi luoghi le nostre cinque famiglie (spiritualmente molte altre presenti con noi) con la guida di Don Flaviano hanno assaporato lo spirito di un giovane, diventato uomo, poi prete consumato per i giovani, che ha cambiato la storia di quei luoghi, che ha accolto le difficoltà di Torino a braccia aperte per formare una "squadra di missionari" per il mondo intero. Oggi non c'è meno bisogno di allora.
Noi stiamo insistendo sul concetto di Casa, con i Salesiani certamente a fare da pastori, ma una casa senza le famiglie e senza lo spirito della famiglia è una casa nella quale i giovani non hanno tutti i punti di riferimento per crescere in modo sano. Ecco perché questo Pellegrinaggio ci ha aperto gli occhi ed il cuore nella comprensione di una missione che dovremmo compiere a Macerata, se Dio vorrà e se saremo capaci di metterci in gioco.
La nostra visita ha toccato, prima di tutto, la Sacra Sindone, che ci interroga e ci mette in crisi come credenti, ma ci affascina e ci fa allo stesso tempo capire chi è stato Gesù Cristo e cosa ha fatto per il mondo. Certo, non abbiamo un video virale della sua Crocifissione, non abbiamo sue foto o suoi post diretti, ma quel telo di lino ci ha impressionato, ci ha proiettati all'anno 33 e ci ha fornito uno squarcio visivo su quel momento storico che è alla base del nostro credo.
Ci siamo concessi anche un giro per la Città e non poteva mancare una visita alla Mole Antonelliana con il suo Museo del Cinema all'interno (lo consigliamo a tutti!).
Insomma, crediamo che il nostro Oratorio dovrebbe andare ogni tanto a trovare Don Bosco a casa sua, perché c'è bisogno di far vedere ai giovani maceratesi che questo Santo, con l'aiuto di sua madre Margherita e della madre Maria Ausliatrice, ha fatto grandi cose per noi.
Le Famiglie dell'Oratorio di Macerata