È andato tutto bene. Siamo tornati più VIVI di quando siamo partiti, nostante chi diceva che muoversi per Israele sarebbe stato pericoloso e che non saremmo dovuti partire.
Il 23 dicembre un nutrito gruppo di giovani dell’MGS dell’ICC è partito alla volta della Terra Santa e ha avuto la grazia di trascorrere il Natale nella terra di Gesù (la scorsa estate il viaggio era stato, infatti, rimandato a causa della guerra) e di andare alla vera ed unica sorgente di tutto.
Nei nove giorni di pellegrinaggio-campo biblico, abbiamo toccato i luoghi fondamentali della nostra fede, quelli in cui è passato Gesù: ne avremmo potuti visitare di più, ma le nostre guide hanno preferito lasciare spazio anche all’ascolto della parola, al silenzio e alla riflessione personale.
È stato un crescendo di intensità.
Partiti da Fiumicino siamo atterrati a Tel Aviv dirigendoci, poi, a Nazareth per iniziare questo pellegrinaggio là dove, grazie al SI di Maria, tutto ebbe inizio.
Ad ospitarci delle fantastiche e simpaticissime suore FMA, con le quali ci siamo sentiti a casa e abbiamo trascorso il Natale. Nazareth è stata il punto di partenza per visitare la regione fertile della Galilea, nel nord di Israele: Cafarnao, il lago di Tiberiade con l’attraversamento in battello, la chiesa del primato di Pietro, il Tabor, dove abbiamo celebrato la messa di Natale. Non potevamo tralasciare la stessa Nazareth con la basilica dell’Annunciazione e la chiesa di San Giuseppe e, nel giorno di Santo Stefano, Cana di Galilea, ultima tappa prima di partire per Gerusalemme.
Passando in pullman nel deserto abbiamo vediamo le prime reti con filo spinato a segnare il confine tra i territori israeliani e quelli dell’autorità palestinese, separati da una striscia di “terra di nessuno”.
Abbiamo fatto tappa a Betania, villaggio di Marta, Maria e Lazzaro: durante la celebrazione della messa sentivamo i nostri fratelli musulmani pregare la preghiera del venerdì. Ascoltiamo la lectio di don Michelangelo e meditiamo sulla Parola. Arriviamo a Gerusalemme, città santa per ebrei, cristiani e musulmani, proclamando il salmo 121, dove incontriamo un rabbino e preghiamo in sinagoga lo Shabbat con gli ebrei. Quindi cena dalle FMA e passeggiata per la Gerusalemme vecchia.
Sabato 27 dicembre: Ein Karem. Visitiamo la chiesa di San Giovanni Battista, pregando il rosario, saliamo alla chiesa della Visitazione e partecipiamo ad un incontro-testimonianza al monastero delle clarisse di Gerusalemme. Nel pomeriggio un forte crescendo di intensità, a partire dall’attraversamento del check-point e del muro che separa Israele dai territori palestinesi in cui si trova anche Betlemme. Don Michelangelo ci spiega la Parola e celebriamo la Santa Messa nella grotta dei pastori. Il clou è stato la visita della basilica della Natività nelle cui cappelle sotterranee ci siamo fermati per un altro momento di silenzio, occasione davvero rara. La sera passeggiata nella Gerusalemme nuova, un po' di shopping e, per chi voleva, una birretta in un locale dove andava don francesco quando studiava a Gerusalemme.
Per iniziare bene la visita di Gerusalemme, le nostre guide ci portano a visitare il museo della Cittadella per farci acquisire qualche conoscenza storica. Dopo una passeggiata sui tetti della città vecchia, ci dirigiamo al Muro Occidentale, detto Muro del Pianto, e quindi alla spianata delle moschee dove, al tempo di Gesù, sorgeva il tempio. Quindi il pranzo, gestito autonomamente, ci ha permesso di assaporare degli ottimi falafel e shawarma.
Il pomeriggio è stato dedicato interamente alla visita della basilica del Santo Sepolcro o della Risurrezione, come la chiamano i greci, dove abbiamo tempo per riflettere, pregare, toccare con mano la divisione, al giorno d'oggi ancora presente, fra noi cristiani. Quindi abbiamo celebrato messa nella Cappella dei Crociati. La sera alle dieci tutte le luci sono già spente: ci aspetta una levataccia, ma per poter godere di una grazia riservata a pochi!
Sveglia alle quattro e mezza per celebrare messa proprio all'interno della Tomba di Gesù: è stato il momento più bello e intenso di tutto il viaggio!
Durante la mattinata visitiamo il monte Sion con il Cenacolo, la chiesa della Dormitio Mariae e di San Pietro in Gallicantu: qui si trova la cisterna in cui Gesù prigioniero fu calato per trascorrere la notte tra il giovedì e il venerdì santo. Pranzo al sacco e tempo per comprare ricori vari, spezie, datteri, rosari e contrattare agguerritamente i loro prezzi. Pomeriggio intenso con la visita delle chiese della Flagellazione, dell’Ecce Homo, di Sant’Anna, per concludere la giornata con la via crucis nelle vie della città vecchia.
30 dicembre. Per chi vuole c’è la possibilità di partecipare alla messa alle 6.30 al Calvario con don Francesco de Ruvo, quindi visita a tutti i luoghi santi che si trovano sul Monte degli Ulivi con la lettura dei passi biblici nei luoghi in cui si sono svolti e tempo per la riflessione. A chiudere la mattinata messa per tutti nella chiesa del Getsemani, dove si trova la pietra su cui, secondo la tradizione, Gesù pianse e sudò sangue. Pranzo nella Gerusalemme nuova e arrivo alla comunità salesiana di Gerusalemme-Ratisbonne per la penitenziale e l’incontro con la dottoressa Iael Nidam Orvieto, capo editore delle pubblicazioni dello Yad Vashem, sul tema dell’Olocausto.
31 dicembre. Camminiamo nel deserto fino a Gerico fermamdoci, durante il cammino, in un monastero ortodosso arroccato su una roccia dove, già nei primi secoli della cristianità, vivevano i monaci del deserto e incontrando i beduini lungo il percorso. Nel pomeriggio rinnoviamo le promesse battesimali sul Giordano, zona davvero altamente militarizzata, proprio dove Giovanni il Battista battezzò Gesù. Sulla via del ritorno ci siamo fermati nel deserto per celebrare l’eucarestia, per la lectio divina e il silenzio: esperienza davvero particolare.
Dopo il cenone di fine anno, preghiamo il Te Deum: ognuno di noi ha ringraziato il Signore per le grazie ricevute durante l’anno. La festa di fine anno che segue dura fino all'una: forse non abbiamo fatto dormire le suore sopra di noi, ma son dettagli!
Il giorno di capodanno, sulla via dell’aeroporto, ci fermiamo ad Emmaus: verifica, condivisione conclusiva e celebrazione dell’ultima eucarestia insieme. Si riparte ed eccoci a casa: come ci hanno detto anche le nostre guide, non ci resta, ora, che “scendere dal Tabor” e far fruttare tutto ciò che abbiamo vissuto!

