“Sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone” (Mt 25, 21). Queste sono state le parole al centro dell’ultima riunione di noi ragazzi del CDS Triennio.
Fedele è stato il servo che non ha sotterrato i suoi talenti, ma li ha investiti e fatti fruttare; fedele è stato San Giuseppe, che, costante e determinato nel suo umile lavoro di falegname, s’è trovato d’un tratto a essere padre dell’Altissimo; fedeli sono stati tutti quei giovani che, più di duecento anni fa, hanno scelto di seguire don Bosco nel suo progetto, forse ignari di dove quel “ci sto” li avrebbe condotti, ma sicuramente mossi dal desiderio di dare pienezza alla loro storia.
La stessa cosa è successa a noi martedì sera: anche noi abbiamo dovuto dire il nostro “sì”, metterci nelle mani delle nostre guide, dei nostri animatori, per iniziare un cammino che vede come meta la restituzione di un’identità chiara alla Compagnia di Domenico Savio, l’essere apostoli nella quotidianità e l’impegno a svolgere un servizio pratico verso i più piccoli e verso chiunque abbia bisogno.
Nessuno ci ha assicurato che questo percorso non presenterà ostacoli impegnativi ed irte salite, per questo abbiamo chiesto soprattutto il Suo aiuto, proprio lì, nella cappellina, dove l’Assoluto è concentrato in pochi centimetri cubi. E sempre lì, sopra l’altare, abbiamo messo la nostra firma, come simbolo dell’intenzione di fare nostre le parole di don Primo Mazzolari, “ci impegniamo a portare un destino eterno nel tempo … ci impegniamo perché noi crediamo all’Amore, la sola certezza che non teme confronti…”.
Alcuni già smaniano di diventare colonne portanti di questa Casa, altri non sanno ancora se fidarsi, altri devono prima curare le proprie ferite dell’anima, ma, dando ognuno niente più e niente meno che tutto sé stesso, con in più il sostegno e la preghiera di tutti, siamo certi che arriveremo lontano.
W don Giò!
