A don Bosco, con affetto

Racconto della Festa
A don Bosco, con affetto

Caro don Bosco,

ieri a Macerata abbiamo provato a volerti bene come tu volevi bene ai tuoi giovani e a noi, crediamo.

Tra il 30 e il 31 Gennaio molte ore sono state vissute in modo intenso e allegro.

Nel nostro Teatro, a te dedicato, nel tardo pomeriggio di Sabato un centinaio di persone si sono preparate ai festeggiamenti grazie alla stupefacente maestria di Lucia Mezzanotte al violino e grazie alla delicata costanza di Seppo Vahro al pianoforte. Più di un’ora di musica che ti riconcilia con l’estro dell’umano.

Subito dopo alle 21.15, con mirabolante puntualità, è iniziato il Concerto a tema, organizzato da un gruppo di giovani dell’Oratorio guidati da don Salvatore, per descrivere il quale non ci sono parole: solo i presenti sanno quanto bene faccia assistere ad una manifestazione del genere. Teatro pieno e ottimo entusiasmo da parte di tutti riflettendo su cosa significa essere cittadini e fratelli nello stesso mondo e su quanto sia stupido pensare di risolvere i problemi con la guerra. Si sono esibiti tutti, giovani grandi e giovani piccoli, cantanti e musicisti, speaker e ballerini. Avresti dovuto esserci! Ma forse dal cielo si vedeva meglio.

La Celebrazione Eucaristica delle 11.30: molto partecipata. La Parola di Dio invitava a riconoscere che il Signore ci conosce da prima della nascita, che il nostro destino è la Carità e che i piccoli sono maestri, se non si rovinano crescendo, di stupore nella Carità. La Chiesa era piena: gli ex allievi tornano sempre volentieri.

Il pranzo: luculliano. Tanta roba da mangiare e tante persone a mangiare. Ma soprattutto tante persone a servire, a preoccuparsi dell’organizzazione, a provvedere ad ogni esigenza. In tutto eravamo 500. I mille di Garibaldi sono dietro l’angolo.

Il pomeriggio: interessante. Il 1° Trofeo che porta il tuo nome è stato vinto dagli Scout. Due ore e mezzo di giochi di squadra, singoli e a coppie hanno decretato che sono loro l’associazione più sportiva. Giubilo di tutti i giovani che hanno vinto il Trofeo; speranza nel futuro per tutti gli altri.

La formazione, che è sperimentata con gli adulti, è una piccola perla di collaborazione: riflettere sulla misericordia dal punto di vista del figlio, essendo genitori e rimanendo figli, è un’impresa piena di sorprese. L’incontro è stato molto interessante.

La conclusione di tutto, con le premiazioni, la preghiera e la buonanotte di don Salvatore ha mandato tutti a casa contenti e sereni: missione raggiunta, una festa in nome del nostro padre don Bosco.

Due considerazioni conclusive:

  1. La festa è stata preparata da tutti. Questo è un bel segno. Ci sono persone che hanno fatto più di altre, certamente, ma anche tante persone che hanno fatto ciascuno qualcosa, e parliamo dei preparativi. C’è poco da fare: tutto funziona meglio quando si cammina insime nella stessa direzione.
  2.  Se ad ispirare sono l’esempio dei grandi e il desiderio dei piccoli la storia prende un altro corso. A patto che i grandi siano santi e i piccoli vogliano diventarlo.

Caro don Bosco, stiamo arrivando. Un altro passo verso il Paradiso è stato compiuto.

Rendiamo Grazie a Dio. E a te.

Amen!

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