“Tutto per voi... fin l'ultimo respiro”

Ricordo del Direttore a don Maggi
“Tutto per voi... fin l'ultimo respiro”

Scrivere di don Maggi significa cimentarsi in un’impresa quasi titanica perché utilizzare le parole scritte così come magistralmente le sapeva usare lui è davvero difficile.

Salesiano di don Bosco dal cuore totalmente consegnato al bene dei giovani ha sempre vissuto la sua vita mettendo loro al centro della sua preghiera e del suo essere pastore. Tanti e diversi i luoghi del suo apostolato dalla parrocchia, all’oratorio passando per l’ambiente della scuola (lo ricordiamo per alcuni anni nelle case salesiane di Ancona e Macerata) fino al mondo dello sport come delegato nazionale della PGS, don Dalmazio si è sempre speso perché i giovani potessero essere “Buoni cristiani, onesti cittadini e futuri abitatori del cielo” come amava ripetere don Bosco.

Negli ultimi anni della sua vita sono state le case del PIO XI a Roma sulla Tuscolana, di Loreto e del Don Bosco ancora a Roma, questa volta nel quartiere di Cinecittà, a vederlo apostolo sempre attivo e coinvolto nelle dinamiche giovanili, in particolar modo in quei “cortili digitali” dove sapeva di incontrare tanti ragazzi.

Ieri, a 87 anni di cui 69 di vita religiosa e 58 di sacerdozio, proprio dalla comunità del “Don Bosco” a Roma, è partito per il suo viaggio più bello con la stessa immediatezza con cui ha sempre affrontato il quotidiano, un’immediatezza che non era spavalderia o imprudenza, ma piuttosto capacità di intuire quel di più che non andava perso, quel di più che da sempre intuiva nel cuore dei giovani e che per gran parte della sua vita, da salesiano esperto, non mancava di andare ad incontrare personalmente e poi, da più grande, affidava alla cura di un confratello più giovane.

È questo il ricordo e il testamento più bello che porto con me di don Dalmazio: se vivi con Cristo, e lo fai davvero con cuore affidato, credi nel fiuto che ti dona e corri, per i giovani, corri fino alla temerità!

Lo conobbi da giovane che nei campi dell’allora ispettoria adriatica sognava di diventare animatore e lo ritrovai come direttore quando da giovane tirocinante l’obbedienza mi ha portato a Macerata. Quello che avevo solo intuito da ragazzo ho avuto modo di viverlo da salesiano accanto a lui.

Con la partenza di don Maggi (come era meglio conosciuto da tutti!) a noi resta un compito importante: credere nella forza delle relazioni costruite con i giovani a partire da quelle più informali che nascono attorno alla spensieratezza di un pomeriggio in cortile tirando due calci ad un pallone o sognando il canestro della vita. Credeva nel potere di aggregazione dello sport e per questo ha speso gran parte del suo servizio apostolico abitandolo da salesiano che ci crede fino in fondo e con cuore buono si spende fino alla fine.

Caro don Dalmazio, la tua ironia molte volte un po’ anglofona mi ha sempre insegnato a stare sul “pezzo” a non dare nulla per scontato, a saper ridere e sorridere delle cose di ogni giorno. Anche l’ultima volta che ci siamo visti mi hai chiesto: “Dì un po’…conosci mica il Direttore della Casa di Macerata?” proseguendo con quella risata profonda e quella pacca sulla spalla che sapeva di casa.

Grazie perché mi hai dato modo di ricordarlo ancora una volta senza sentirne la pesantezza, ma gustandone il dono da accogliere con semplice gratitudine…proprio come hai fatto sempre tu!

Buon viaggio…e quando arrivi nel cortile del Paradiso…tra una partita e l’altra con don Bosco raccontagli di noi come hai sempre fatto.

Don Francesco Paolo Galante  [ Direttore della Casa Salesiana “San Giuseppe” di Macerata ]

 

Lettera del direttore