L'adulto significativo

Secondo incontro discernimento comunitario
L'adulto significativo

Sabato 18 e Domenica 19 Dicembre, il Consiglio della CEP e tutte le commissioni hanno vissuto il secondo momento di discernimento comunitario sulla figura dell'ADULTO SIGNIFICATIVO in una comunità accompagnati da don Gustavo Cavagnari. 

Una bella comunità

Che bello stare insieme, grazie.

Che bello essere cresciuti insieme, ognuno partendo da chissà dove, lungo un cammino che ha radici profonde.

La nostra comunità è come un albero, grande, con radici ben salde, vigoroso, ben curato e custodito sino all’ultima fogliolina nata.

Che bello stare insieme.

Ragionare, riflettere, pregare, crescere, guardare insieme verso il futuro.

Che bello vedere i ragazzi che furono “capi” dei nostri figli oggi insieme a noi ed essere diventati adulti. Come tutti noi, curiosi, entusiasti, anche timorosi e a volte scoraggiati.

È così.

I bambini diventano adolescenti e poi ragazzi.

I ragazzi diventano adulti.

Gli adulti invecchiano (evviva! Dovremmo dire) e muoiono.

È così, ma le parole vecchiaia e morte, ci dice don Gustavo, non sono alla moda, sono quasi impronunciabili.

È così, e in una cultura giovanilista è difficile non pensare di essere per sempre giovani.

È così, e siamo attratti da un buon trattamento estetico ringiovanente e ci vestiamo ancora come se avessimo 25 anni.

È così, e a 60 o peggio a 70 anni, ancora non lasciamo spazio ai giovani, e restiamo seduti sulla nostra poltrona.

È così, ed è difficile essere adulti, riconoscersi adulti, trovare adulti.

E allora?

Don Gustavo ci ha guidato in un ragionamento e una riflessione sull’adultità, sul divenire adulti, sull’essere adulti generativi.

Adulti consapevoli del proprio passato per continuare ad essere generativi nel futuro.

Adulti all’ascolto, generatori di nuovi pensieri, riflessioni e idee che non sono già costituiti, ma che si generano nell’ascolto e nel confronto, appunto.

Adulti che trasmettono entusiasmo per la vita a qualsiasi età, anche nella vecchiaia.

E io sono adulta?

Io, che chiamo tutti ragazzi e ragazze. E hanno minimo 40/50 anni.

Che in famiglia sono sempre la più piccola e non per questo sempre giovane.

Che sarei bugiarda se dicessi che non mi ci rompe le scatole, quando guardandomi allo specchio non ritrovo la stessa me di 10 anni fa.

E adesso?  

Sarà ora di voltare pagina: è vero sono adulta e sto invecchiando.

Una bella sensazione, sono felice, cercherò di invecchiare consapevolmente, serenamente, accompagnata e abitata da Gesù.

Buon adultità a tutti.

 

(di Elisabetta Parisi) 

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